Iznir la Silenziosa


Iznir è come molte altre città immote: attenta e silenziosa. È così attenta e silenziosa che la maggior parte delle persone, nel pronunciare il suo nome, sussurra più che parlare.

Continuamente attraversata da sciami di insetti e piccoli roditori, si potrebbe pensare che sia stata abbandonata dagli esseri umani. Tuttavia, l’osservatore attento noterà la manutenzione impeccabile delle finestre e delle pavimentazioni, o il contorno chiaro, quasi geometrico, dei sentieri sabbiosi che si snodano tra gli edifici e i monumenti. Se la presenza umana è quasi invisibile in questo luogo, è perché gli abitanti hanno acquisito in giovanissima età l’arte di preservare il proprio ambiente, integrandovisi senza cambiarlo.

Vivere a Iznir significa capire che apparteniamo alla nostra casa tanto quanto la nostra casa appartiene a noi. Significa sapere che si guadagna tanto dal servire quanto dall’essere serviti. Significa sostenere che ognuno ha un posto e un ruolo specifico nella comunità, che è necessaria una buona conoscenza di sé affinché i compiti di tutti possano essere vitali e sostenibili.

A Iznir non c’è nulla da quantificare, perché non appena si cerca di dare un valore a qualcosa, si arriva rapidamente a dare un giudizio su di essa. Poiché il luogo non offre nulla che permetta di glorificare il proprio ego attraverso possedimenti fisici o più astratti, spesso si finisce per aspirare a compiacere il prossimo. Per lo più cercando di insegnargli qualcosa. È questo che rende la città un luogo di conoscenza un po’ incongruo, persino anarchico.

La città di Iznir, vista dall’alto, dà l’impressione di essere stata scolpita dagli spiriti più che dagli uomini. È un po’ come una cupola di argilla forgiata a immagine di una città, come il pezzo unico di un museo vivente dimenticato in mezzo alle colline. Verrebbe da chiedersi quali metodi abbia utilizzato l’architetto di una simile costruzione. Spesso si prova un leggero brivido quando ci si avvicina. Attira e respinge come un mostro mitologico del passato. E si potrebbero trascorrere mille lune a contemplarlo prima di prendere una decisione…

Contributo di Azur la Servile, alla ricerca di Crisopea.