Khuda Hafiz, una poesia


خُدا حافِظ

La strada non ha più colore
Per colui a cui il tramonto ricorda la dimora
La strada non ha più sapore
Per colui a cui manca il miele d’un bacio
La strada si mescola all’orizzonte senza fine
Per colui a cui manca la compagnia degli uomini
E nulla serve più a nulla,
Non il sapore dei fichi verdi,
Né gli uccelli liberi come il vento
Nemmeno l’acqua pura raccolta sulle foglie
La tua strada, viaggiatore, non avrà mai fine
Se mai fermerai l’asino per cantare
Alla luna.

La ghiaia del sentiero brucerà sotto i tuoi piedi
E troppo profonda sarà l’erba verde
Galoppante sulle pianure vuote
Il tuo cuore è divenuto troppo grande
Per l’involucro che ti porti appresso
Ancora più grande dell’oceano del cielo
Dove soli a volte i tuoi occhi fanno naufragio
E nulla serve più a nulla
Non il profumo dei gelsomini selvatici sui muri
Né il rosa delle aurore sorte solo per te
Nemmeno il fuoco che danza tra le tue dita
La tua strada, viaggiatore, non avrà mai senso
Se mai guarderai l’usignolo saltare
Sul suo ramo.

Il tuo otre non può contenere la solitudine del mondo
Non puoi farne la tua compagna senza deperire
Il cuore di un uomo è fatto di té caldo
E di poesie improvvisate
Sotto la tenda
Il tuo asino non può portare una vita intera
Se non trovi nulla, perché cercare ancora?
La mente di un uomo è fatta di giardini
Dove è bello danzare sotto la veglia della notte
In mezzo alle fontane.

Andromède della Val d’Avallo, cantastorie e geografa