Urbanistica e Geometria sacra

géométrie sacrée

Segretario di seduta: Dam’el d’Arpaluna

Vanaten il Fondatore:

Sono stato uno dei più stretti collaboratori e amici del signor da Chargui per gli ultimi vent’anni.

Ora, per rispetto della verità, intendo portare al giudizio della nobilissima Accademia di Architettura e Urbanistica e dei suoi illustri membri un’informazione vitale che, io credo, servirà al contempo a rettificare la storia e a salvare la nostra reputazione.

In tutti i libri di testo e nelle biografie che ho letto, il signor da Chargui viene presentato come un fervente sostenitore dell’ordine matematico, tanto che alcuni gli hanno attribuito legami con la Setta del Sestante di Giada, voci che purtroppo non posso affermare o negare con certezza.

[Vociare dagli spalti. Il presidente di seduta riporta il silenzio]

Per favore, cari colleghi, non voglio entrare in uno sterile dibattito politico. Questi documenti, come dicevo, presentano il mio ex collega e amico come un seguace della ragione stratosferica, ma mi dispiace dire che non è così!

[Il vociare riprende. Il presidente di seduta ordina di tornare alla calma.]

Ebbene sì, è la verità, la triste verità. Il signor Lubvan può dimenarsi sulla sedia quanto vuole [L’interessato gesticola con sdegno], ma i fatti restano i fatti. Sirvain possedeva molti scritti personali circa le antiche credenze della geometria sacra, e ho ragione di affermare che abbia applicato questi principi alla maggior parte delle sue opere, a partire dalla costruzione della Torre infondata, per l’esattezza.

Presidente di seduta:

Vanaten, sarebbe così gentile da spiegare queste credenze ai più giovani tra gli architetti che oggi siedono in questa commissione?

Vanaten il Fondatore:

Ma certo, signor Presidente. La geometria sacra è una dottrina molto antica che consiste nel costruire edifici, soprattutto edifici religiosi, secondo schemi con proprietà divine o magiche. Il cubo, il cerchio, il triangolo e così via, hanno una propria simbologia e, si supponeva, un legame con poteri insondabili. Costruire edifici secondo questi schemi ancestrali significava assicurare una connessione tra tali poteri e l’architettura in questione. Connessione energetica, portali, vita dopo la morte… E così via discorrendo.

A volte la forma dell’edificio esprime semplicemente un’ambizione o una speranza, ma spesso il suo orgoglio va oltre.

L’idea principale è che il mondo obbedisca alle forze che si possono convogliare ed evocare tramite la geometria. La vostra architettura, signori, non sarebbe più l’opera pura della ragione e l’eccellenza della mente logica, ma la semplice traduzione di una volontà naturale o delle superstizioni delle vecchine, leggi che si riflettono in tutti gli Aspetti dell’universo. Immaginate, quindi, che un tale pensiero venga trasposto non alla scala di un semplice monumento, ma a quella di un intero paesaggio.

[Mormorii in sala]

Osservate, se volete, questi documenti che ho ottenuto da Sirvain in persona quando lavoravamo ancora insieme. Ci concentreremo sul primo schizzo, in alto a sinistra, che mostra i lavori di terrazzamento previsti intorno all’abbazia di Ostro nella regione settentrionale del Grande Delta.

Riconoscerete di certo il vulcano al centro di questa immagine, la cui sommità è contrassegnata qui con una X. I cerchi più chiari vi faranno subito pensare ai bacini agricoli che si trovano nella valle, quindi sarà ovvio che i triangoli qui tracciano le principali correnti ventose che irrigano Ostro da quando sono stati eseguiti i lavori.

Vedo la sua faccia disgustata, signor Thiphos-Typhon, e la capisco. Se l’Accademia fosse stata a conoscenza di tale opera, il signor da Chargui non avrebbe certo avuto le autorizzazioni necessarie a realizzare il suo progetto. Ora sappiamo che ci ha presentato progetti parziali, di grande qualità certamente, ma che ci hanno sempre impedito di vedere… Vento mio, ci hanno sempre impedito di vedere tutto questo.

Presidente di seduta:

La parola è concessa al signor Hermande il Bruno.

Hermande il Bruno:

Signor Fondatore, grazie per la sua presentazione chiara e pertinente. Tuttavia, perdonerete la mia scarsa conoscenza di questo campo di attività pagana; non vedo quale sia il problema nel lavoro del nostro confratello. La Valle d’Ostro, in seguito a questi sviluppi, è diventata una regione ricca, dinamica, molto ventosa, e possiamo tutti gioirne, non è vero?

Vanaten il Fondatore:

Signor Bruno, su questo lei ha ragione. Tuttavia, non è forse un’onta che un membro così prestigioso della nostra Accademia finisca per essere l’autore di opere così poco scientifiche? Oh, lo so, voi geometri mi assicurerete che la planimetria è perfetta, e lo è davvero. Ma guardi con la mente piuttosto che con gli occhi. È impossibile per noi distruggere questo edificio che è ancora una meraviglia della tecnologia. Tuttavia, vi prego di ascoltarmi: Sirvain da Chargui non può più essere considerato un urbanista!

[Urla in sala. Il presidente batte il martello e il signor Fondatore grida per sovrastare il chiasso.]

Non può e non deve più esserlo! L’urbanistica è la grande regola della ragione applicata al mondo! È ciò che innalza i suoi paesaggi e le sue anime! Il signor da Chargui è un impostore, un pagano maledetto pervertito dall’idiozia di terre immote dove ha frequentato menti ottuse! L’Accademia deve spogliarlo del suo titolo, qui e ora!

Petizione del signor Vanaten, Fondatore dell’Accademia di Architettura e Urbanistica